Collagene Eterologo Di Tipo I – Biostimolazione Cutanea
di Andrea Corbo e Vincenzo Varlaro
La biostimolazione cellulare cutanea mediante collagene eterologo di tipo I prevede l’utilizzo di dispositivi medici di classe III (Linerase®). Il collagene eterologo di tipo I è ottenuto dal tendine di Achille degli equini. Si è scelta tale specie animale perché non patisce l’encefalopatia spongiforme bovina (BSE, ossia Bovine Spongiform Encephalopathy): una malattia neurologica cronica, degenerativa e irreversibile causata da un prione (una proteina patogena) che colpisce i bovini.
l collagene è la principale proteina del derma. La sua biosintesi avviene ad opera di diversi tipi cellulari: fibroblasti, osteoblasti. Il processo inizia con la trascrizione del gene o dei geni e la maturazione dell’mRNA. Il collagene nasce come procollagene, prodotto che possiede, rispetto al collagene, due residui peptidici, uno N-terminale e uno C-terminale. La traduzione avviene a livello dei ribosomi, a ridosso della parete del RER (reticolo endoplasmatico rugoso) e la catena nascente di procollagene subisce la rimozione del peptide segnale e l’idrossilazione di specifici residui di prolina e lisina ad idrossiprolina e idrossilisina (ad opera di idrossilasi, con cofattore essenziale la vitamina C), con la produzione di catene alfa di procollagene. Tre di queste catene si avvolgono a formare una tripla elica, stabilizzata da legami covalenti insoliti tra aminoacidi idrossilati (legami crociati). Questa elica passa nell’apparato del Golgi dove viene completata la glicosilazione e da qui, attraverso vescicole di secrezione, passa all’esterno dove subisce l’azione di alcune procollagene peptidasi che rimuovono i residui N-terminali e C-terminali trasformando il procollagene in tropocollagene. Le molecole di tropocollagene si dispongono in file parallele a formare fibrille. Le fibrille, infine possono disporsi in fasci ondulati o paralleli per formare fibre e le fibre possono formare fasci di fibre.
Il collagene eterologo di tipo I (PM = 250 – 300 kDa), mediante procedimenti tecnologici, viene micronizzato, liofilizzato, confezionato in contenitori sterili.
Al momento del suo utilizzo, viene aggiunta soluzione fisiologica (sodio cloruro 0.9%) o acqua distillata per preparazioni iniettabili. Il collagene, per effetto del solvente va incontro ad una idrolisi spontanea con formazione di aminoacidi e tripeptidi (PM= 3-6 kDa). Gli aminoacidi vengono utilizzati dai fibroblasti per formare proteine: collagene, elastina. I tripeptidi svolgono importanti funzioni biologiche. Possono essere utilizzati anch’essi come substrato dai fibroblasti per produrre collagene endogeno ed elastina ma esplicano anche le funzioni di messaggeri biologici (biological messengers). I tripeptidi costituiti da prolina, idrossiprolina, glicina funzionano come dei veri fattori di crescita per cui inducono i fibroblasti ad una più spiccata attività mitotica e anabolica (Figg. 1, 2).
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Con l’attività mitotica viene realizzata la produzione di fibroblasti giovani che producono collagene reticolare (Fig. 3).
Figura 3 Basale (sx), post-trattamento (dx)
Inoltre, tali tripeptidi inibiscono le metalloproteinasi di matrice (Matrix MetalloProteinases, MMP) 1, 8, 13 (MMP-1, MMP-8, MPP-13) che sono delle collagenasi (Fig. 4).
Figura 4
In tal modo viene inibito il catabolismo del collagene e quindi, ottimizzata l’organizzazione strutturale della matrice extracellulare.
Per molti anni il collagene è stato utilizzato come filler. L’evento avverso temuto era l’allergia.
Nel caso del Linerase® il problema non sussiste in quanto il collagene eterologo di tipo I viene privato dei peptidi terminali allergonici e perché le molecole, per risultare allergizzanti, devono avere una dimensione minima di 10 kDa.
Quando al collagene eterologo di I tipo liofilizzato si aggiunge soluzione fisiologica (sodio cloruro 0.9%) o acqua distillata per preparazioni iniettabili, si verifica una idrolisi spontanea di tale proteina con l’ottenimento di aminoacidi e tripeptidi delle dimensioni di 3-6 kDa: quindi, inferiori alle dimensioni molecolari minime allergizzanti.
La soluzione con cui effettuare le iniezioni intradermiche viene preparata aggiungendo a 100 mg di collagene eterologo di tipo I, 5 ml di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0.9%) (f. 5-10 ml) oppure acqua per preparazioni iniettabili) (f. 5-10 ml), 1 ml di Lidocaina 2% (f. 10 ml), 1 ml di Sodio Bicarbonato 10 mEq/ml (f. 10 ml) (Fig. 5).
Figura 5
Le iniezioni devono essere effettuate sul viso, sul decolleté, sul dorso delle mani ad una distanza di 1 cm circa l’una dall’altra.
Le indicazioni cliniche sono l’invecchiamento cutaneo, le smagliature, le lesioni distrofiche della pelle.
I primi quattro trattamenti è utile effettuarli ad una frequenza quindicinale (Fig. 6).
Figura 6
Figura 7
Figura 7
Figura 8 Basale (sx), post-trattamento (dx)
Figura 9 Basale (sx), post-trattamento (dx)
Prof. Andrea Corbo
Docente a contratto di Dermatologia nel Master Internazionale Biennale di II livello di Medicina Estetica e Terapia Estetica dell’Università di Camerino
Prof. Vincenzo Varlaro
Docente a contratto di Medicina Estetica nel Master Internazionale Biennale di II livello di Medicina Estetica e Terapia Estetica dell’Università di Camerino